Truong Duy Nhat, blogger vietnamita residente nella città di Danang, detenuto dal maggio 2013, è stato condannato a due anni di carcere il 4 marzo con l’accusa di “aver abusato delle libertà democratiche violando gli interessi dello Stato…”.
La polizia ha arrestato Nhat a Danang il 26 maggio 2013 dopo aver perquisito la sua casa e sequestrato il suo computer, telefono cellulare, chiavette USB e schede SIM. Alla sua famiglia non è stata data una copia del suo atto d’accusa fino al 25 febbraio, anche se era datata 17 dicembre.

Primo ministro vietnamita Nguyen Tan Dung ©Apple
Nhat ha 50 anni e lavorava per vari giornali controllati dallo Stato fino al 2011, quando si è dimesso per dedicarsi al suo blog che è stato chiuso al suo arresto. Nel suo blog, chiamato “Un altro punto di vista”, Nhat ha spesso criticato il governo e ha chiesto le dimissioni del primo ministro Nguyen Tan Dung e il segretario generale del Partito comunista Nguyen Phu Trong, accusandoli di essere responsabili di ciò che ha descritto come “il caos politico” del Vietnam e la “corruzione incontrollata”. L’accusa di Nhat afferma che le sue opinioni hanno causato nella gente la perdita di fiducia verso il governo e verso il partito comunista.
“Il processo a Truong Duy Nhat è parte dello sforzo futile del governo vietnamita di mettere a tacere la comunità sempre più effervescente di blogger vietnamiti”, ha detto Brad Adams, direttore per l’Asia di Human Rights Watch. “Invece di creare un altro prigioniero politico, il governo dovrebbe rilasciare Truong Duy Nhat e tutti gli altri che sono incarcerati solo per disaccordo con il governo e il partito.”
Le persecuzioni dei blogger in Vietnam non sono nuove, nel 2013 Le Quoc Quan, avvocato difensore dei diritti umani, attivista pro-democrazia e blogger cattolico, venne arrestato con l’accusa di evasione fiscale. Tale sentenza venne condannata da diverse organizzazioni per la difesa dei diritti umani.Secondo l’ultimo indice della libertà di stampa di Reporters Without Borders, il Vietnam è la seconda più grande prigione al mondo per blogger e cittadini della rete, dopo la Cina.
Fonti:
Reporters Without Borders
Human Rights Watch
Arstechnica.com
Flaviano Tarducci
Pubblicato su Segnali di fumo – il magazine sui Diritti Umani www.sdfamnesty.org